


Colori e romanzi: tutte le nuance della letteratura
Quando il colore diventa la chiave di lettura capace di trasmettere tutti gli stati d’animo, le emozioni, i ricordi e i desideri degli autori.
La letteratura e` colorata? Certo che si`. E i colori non sono dappertutto uguali. In Italia ad esempio siamo abituati a chiamare “gialli” i romanzi in cui avviene un fattaccio, c’e` un’indagine e infine si scopre il colpevole. Ma e` giusto saperlo: e` cosi` solo nel nostro Paese. In ambito anglosassone, per gli stessi libri, si usa l’espressione crime novel o – forse meno di frequente – detective novel. In Francia invece si punta sull’etichetta roman policier. E tutto sommato anche dalle nostre parti, volendo, si potrebbe impiegare il termine “poliziesco”. Allora perche´ parliamo sempre di giallo?Tutto comincia nel 1929, anno in cui viene varata da Mondadori una collana dedicata a romanzi in cui, appunto, si raccontano fattacci.A idearla e` lo scrittore Lorenzo Montano, oggi praticamente dimenticato, anche perche´ essendo di origine ebraica dopo la promulgazione delle leggi razziali sara` costretto a espatriare. La prima uscita e` La strana morte del signor Benson, di S.S. Van Dine, tradotto da Enrico Piceni (che si firma con lo pseudonimo di Paride Mantovani). Sono anni strani, in Italia, perche´ dopo la marcia su Roma e l’omicidio Matteotti ormai il fascismo coincide tout court con lo Stato. A tal punto da poter imporre il Testo unico nelle scuole.E c’e` da stare attenti: presto l’esterofilia anglosassone sara` vista di cattivo occhio.
Il confine che divide la vita dalla morte e`, per lo piu`, che ombreggiato e vago. Chi potrebbe dire dove finisce l’una e inizia l’altra? Edgar Allan Poe
In ogni caso la collana parte. Ed e` subito un successo. Ma cosa c’entra questo con l’uso del termine “giallo”? Be’, quelli stampati da Mondadori si chiamano proprio “I libri gialli”. E pur cambiando grafica diverse volte, nel tempo, saranno sempre caratterizzati dall’uso piu` o meno insistito del colore giallo in copertina. Libretti di piccole dimensioni, venduti al prezzo di 5 lire, hanno fin dall’inizio una tiratura media favolosa di alcune decine di migliaia di copie. L’impresa, pero`, si arena nel 1941. Colpita e affondata dalla censura fascista. Non e` proprio opportuno continuare a stampare libri che sono per lo piu` tradotti dall’inglese. Che e` la lingua del nemico. Libri che tra l’altro, raccontando di crimini, raccontano di disordine sociale. Tutt’altro che un valore, agli occhi del regime. E poi c’e` la guerra a cui pensare...Si riparte nell’aprile 1946. Ora il nome della collana non e` piu` “I libri gialli”, ma “Il Giallo Mondadori”. Il direttore e` Alberto Tedeschi, che occupera` quella posizione fino al 1979, mentre le inconfondibili illustrazioni di copertina portano la firma di Carlo Jacono. La prima uscita della nuova serie e` Perry Mason e l’avversario leale di Erle Stanley Gardner. Si riparte nell’aprile 1946 per non fermarsi piu` e arrivare fino a oggi, avendo tagliato di slancio il ragguardevole traguardo delle 3.000 uscite (con Hannibal Lecter. Le origini del male di Thomas Harris, uscito il 18 marzo 2010) e procedendo a incrementarle ogni quindici giorni. Una specie di record.
Dal noir al romanzo nero
Dicevamo che i colori in letteratura non sono dappertutto uguali. Anche se a volte capita che un colore si affermi da qualche parte e poi “contagi” anche le altre lingue. Un esempio? Stando sempre nell’ambito delle storie criminali, dopo il giallo viene il noir. Che sta per roman noir ed e` qualcosa di diverso dal roman policier gia` citato. Inizialmente l’espressione si usa in riferimento al romanzo gotico tra XVIII e XIX secolo (cioe` a storie ambientate tra castelli diroccati, monasteri inquietanti o buie prigioni sotterranee), poi pero` nel XX secolo passa a indicare quel tipo particolare di giallo in cui chi indaga non lo fa a forza di deduzioni, in punta di piedi, ma sporcandosi le mani a sua volta con il crimine. Gli investigatori del noir non disdegnano l’uso delle maniere forti, se serve, amano bere, fumare e soprattutto le belle donne. Non e` difficile incontrarli a bordo di automobili di lusso.Insomma: non sono tanto funzionari di polizia, quanto investigatori privati che lavorano per guadagnare e vivere bene.Il termine viene utilizzato per la prima volta nel 1946 da Nino Frank, critico cinematografico italo-francese, e viene eternato nel nome stesso della celebre collana “Se´rie noire” pubblicata dall’editore Gallimard. Libri in cui il crimine non e` solo l’atto del singolo, ma e` un’atmosfera che si respira ovunque. L’ambientazione e` la vera protagonista. E proprio per questo difficilmente ci sara` il lieto fine: in scena va un contesto sociale che e` irrimediabilmente perduto. Se pure il caso viene risolto, nel contempo si e` levato il sipario su quanto sia torbida e senza rimedio la situazione nel suo complesso... E a quel punto che il colpevole magari sfugga alla giusta punizione e` il minore dei problemi. Sottogeneri dei noir sono quello detto “metropolitano”, di ambientazione cittadina, e quello “mediterraneo”, che si snoda tra porti e bettole affacciate sul mare (e` il caso, ad esempio, delle storie scritte dal marsigliese Jean-Claude Izzo).Dicevamo, prima, che l’espressione roman noir si utilizzava tra XVIII e XIX secolo per il romanzo gotico, il cui capostipite e` senz’altro Il castello di Otranto (1764) di Horace Walpole. Ora, al posto di roman noir, si dice “romanzo nero”. Ancora una volta, e` la lingua che conta! La parola francese noir e quella italiana nero, per quanto l’una traduzione dell’ altra, incredibilmente indicano tipi di libri diversi. E oggi il romanzo nero, per quanto meno praticato di un tempo, ha comunque una sua connotazione precisa: espulso l’ originario elemento del soprannaturale, racconta l’ intreccio tra storie d’ amore e di terrore, con grandi conflitti interiori e pericoli a cui scampare. Il tutto in ambientazioni cupissime. Da Edgar Allan Poe – che ha dato i natali anche al genere crime – a Bram Stoker, da H.P. Lovecraft fino ad Ann Radcliffe, c’e` da trattenere il fiato...
Se vuoi sentire il cuore che batte forte, il rosa è il colore che fa per te
Si, è vero: certi libri siamo abituati a vederli solo in edicola. E questo ci porta subito a concludere che non siano grande letteratura. Il che e` praticamente sempre vero. Ma ogni tanto si può leggere anche solo per svagarsi, no?
Ora che ci siamo spaventati a sufficienza, possiamo concludere questo attraversamento dei colori della letteratura con una tonalità che fa sognare: il rosa. Detto in inglese romance, questo genere punta con forza sulle storie d’amore. Lettrici e lettori si appassionano perché i protagonisti devono sempre superare impedimenti per coronare il loro sogno, ma al termine il lieto fine e` in genere assicurato. Di grande successo fin dall’inizio del secolo scorso, il romanzo rosa permette di sognare a occhi aperti, proiettandosi in fiabe che tutti vorrebbero vivere. In Italia la prima collana di largo successo popolare dedicata a questo genere fu la “Biblioteca delle signorine”, varata nel 1912 dall’editore Salani. Seguiranno poi i “Romanzi della rosa” – in cui compaiono i titoli del ciclo della Primula Rossa scritti da Emma Orczy, che avevano in se´ avvincenti trame di spionaggio – e altre imprese editoriali. Fino a incoronare, dagli anni Trenta agli anni Settanta, la regina assoluta del genere: Liala. Nel decennio dopo la sua morte, inizierà` invece la pubblicazione di un’altra serie celeberrima: gli “Harmony” di Mondadori.
Le mille sfumature del romance
Dal contemporary romance all’ erotic romance, le nuove strade del romanzo rosa.
Chi l’ha detto che un libro che strugge e fa sognare non possa avere la stessa intensità di altri generi ritenuti più “elevati”?I romanzi rosa contemporanei non sono tutti melensi e stucchevoli.Troppo facile parlare male di questo genere da sempre sottovalutato da gran parte della critica letteraria. Al contrario, le letture cosiddette leggere, in cui e` il cuore l’assoluto protagonista, meritano di non essere disprezzate. Si potrebbe quasi dire che si tratta di una narrativa scritta da donne e per le donne. Negli ultimi anni l’evoluzione del genere e` stata notevole, con trame che sempre più spesso regalano spessore alla psicologia e alle scelte dei personaggi.Basti pensare, ad esempio, a The Mister, dove E. L. James, dopo la trilogia di Cinquanta sfumature, ci regala una tormentata storia sentimentale disquisendo di parità sociale tra uomo e donna.Il rosa shocking non e` un genere letterario, ma e` il modo in cui si e` voluto definire il romanzo sentimentale dei nostri giorni. Meglio conosciuto con il termine inglese chick lit (letteratura per ragazze), emerso negli anni Novanta, e attualmente esteso alla mum lit (letteratura per mamme) questo genere si rivolge prevalentemente a un pubblico di donne fra i venti e i quarant’anni alle prese con problemi di cuore, famiglia e carriera. Pur avendo alcuni elementi in comune con il tradizionale romanzo rosa si distingue da esso per lo stile prevalentemente umoristico.