La facciata migliore della casa: quando il benessere passa attraverso legno e finestra
Il futuro dell’abitare guarda al passato. Non a un passato nostalgico, ma a quello delle origini, dell’essenziale. Sempre più spesso architettura e design riscoprono il concetto di biofilia, ossia il legame naturale e profondo tra l’uomo e l’ambiente. È una tendenza che spinge i progettisti a creare spazi che respirano, capaci di connettere interno ed esterno attraverso la luce, i materiali e le forme della natura. Grandi vetrate che abbracciano il paesaggio, geometrie che imitano la vita organica e ambienti che promuovono equilibrio fisico e mentale: la casa diventa così un ecosistema di benessere.
Tetti di prato, pareti di muschio, giardini verticali: il design biofilico porta letteralmente la natura tra le mura domestiche, seguendo gli studi del biologo Edward O. Wilson che negli anni Ottanta teorizzò l’innato bisogno umano di connessione con il mondo naturale. Numerosi studi neuroscientifici hanno poi confermato come la presenza di elementi naturali generi emozioni positive — calma, serenità, concentrazione — motivo per cui oggi si progettano spazi capaci di ridurre lo stress e stimolare la vitalità, dove legno, luce, profumi e suoni dell’ambiente diventano strumenti di benessere quotidiano.
Tra tutti i materiali, il legno è quello che più di ogni altro incarna l’anima biofilica. “Non è solo una materia, ma una presenza viva — un abitante silenzioso che accompagna l’equilibrio energetico di chi vive la casa” spiega l’architetto e consulente psicoambientale Sara Bertolotti, ideatrice del metodo Home Therapy Design. Ogni fibra di legno conserva la memoria della sua origine: la luce del sole, il vento, le stagioni. Quando entra in un’abitazione, continua a respirare e a dialogare con chi la abita, regolando l’umidità, modulando la temperatura e creando una connessione profonda tra corpo e ambiente. È una materia intelligente, capace di trasmettere stabilità, calore e radicamento, riportando l’uomo alle sue radici più antiche, quando la foresta era rifugio e casa.
Se il legno rappresenta la pelle della casa, la finestra ne è il respiro. È la soglia vitale attraverso cui la luce entra e l’energia fluisce. “La finestra è il respiro della casa — racconta ancora Bertolotti —. È ciò che la mette in comunicazione con il mondo, le permette di percepire il tempo e di adattarsi come un essere vivente.” Quando la finestra è in legno, materia e luce si fondono: il materiale naturale filtra e ammorbidisce la luminosità, rendendola più avvolgente e terapeutica. La luce influenza il nostro umore, i ritmi circadiani e la concentrazione: progettare una finestra significa, in fondo, accordare una frequenza tra spazio e persona.
Abitare è un atto di consapevolezza. Significa prendersi cura di sé, scegliere materiali e forme che dialoghino con le proprie energie. In questa visione olistica, la casa diventa un organismo vivo: il legno è la sua pelle, la finestra il suo sguardo, la luce il suo battito. Costruire in armonia con la natura non è una tendenza, ma un ritorno alla verità più profonda dell’abitare: abito, dunque sono.
Di Alessandra Sessa, giornalista.
