Perché scegliere il legno significa abitare in equilibrio con il mondo.
Se immaginiamo una casa accogliente, la mente corre immediatamente ai materiali naturali, e tra tutti il legno occupa sempre un posto speciale: profumato, vivo, familiare, capace di riportarci a quella connessione ancestrale con la foresta che parla delle nostre origini.
Per secoli l’uomo ha vissuto in equilibrio con il bosco, traendone sostentamento e restituendogli cura, ma l’industrializzazione ha spezzato questo rapporto trasformando la natura in una risorsa da sfruttare, portando con sé deforestazione, perdita di biodiversità e uno squilibrio evidente tra ciò che si prende e ciò che si restituisce.
Oggi, però, cresce la consapevolezza dell’urgenza di ripristinare quell’equilibrio interrotto attraverso una gestione responsabile delle foreste, fondata su rigenerazione, rispetto e visione a lungo termine.
Secondo Forest Europe, la gestione sostenibile consiste nel mantenere biodiversità, produttività e capacità di rigenerazione delle foreste senza danneggiare gli ecosistemi circostanti: un principio antico che ricorda l’approccio dei monaci camaldolesi nelle Foreste Casentinesi, pionieri della selvicoltura moderna, capaci di proteggere il patrimonio forestale garantendo allo stesso tempo legname per le grandi opere del loro tempo.
Oggi questo ruolo è assunto dagli enti certificatori, come FSC – Forest Stewardship Council, che vigilano sul rispetto dell’ambiente, sulle condizioni dei lavoratori, sulla continuità delle foreste e sulla tracciabilità della materia lungo tutta la filiera.
Scegliere arredi o materiali costruttivi provenienti da questi circuiti significa agire responsabilmente, portando nelle nostre case un legno che non è solo bello e benefico, ma anche consapevole e rispettoso delle sue origini. È un modo concreto per rinnovare quello scambio di favori tra uomo e natura: la foresta ci offre ciò di cui abbiamo bisogno, e noi ne garantiamo la vita per il futuro.
Di Alessandra Sessa, giornalista